The Post è l’ultima fatica di Steven Spielberg, tratto da una storia vera. Ambientato nel 1971 tra New York e Washington D.C, il film racconta la vicenda della pubblicazione di documenti segreti del Pentagono che furono pubblicati prima dal “The New York Times” e successivamente dal “The Washington Post”. Il racconto si focalizza sul direttore del Post, Ben Bradlee interpretato da Tom Hanks e sulla sua editrice Katharine Graham interpretata da Meryl Streep. Il protagonista, tramite un informatore, riesce a recuperare alcuni documenti che riguardano il coinvolgimento del governo americano, reo di aver compiuto azioni illegali in Vietnam nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale. Nonostante la pubblicazione potrebbe portare ad un’incriminazione nei confronti del giornale, i due perseverano nella loro attività incuranti della loro possibile condanna ad un futuro processo.
Nonostante il tema trattato sia stato già oggetto di altre pellicole, questo film si contraddistingue per le capacità recitative degli attori e la bravura del regista, i quali sono riusciti a far entrare lo spettatore nella redazione del Post. A tal proposito, un aspetto che mi ha particolarmente colpito è la determinazione di Katharine nel volere raggiungere il suo obiettivo nonostante le critiche di molti suoi collaboratori.
Ma veniamo alle note dolenti. Se volessimo trovare un aspetto negativo, questo è sicuramente da individuare nel fatto che alcuni dettagli di rilevante importanza vengono taciuti od omessi lasciando lo spettatore a tratti perplesso e spaesato. Un chiaro esempio può essere la scena finale, che introduce un nuovo scandalo che colpirà l’America. Dalle scene tuttavia si vede soltanto una guardia di sicurezza che entra furtivamente nell’ufficio della sede del Partito Democratico Statunitense, da qui si scatenerà lo scandalo che prenderà il nome di “Watergate”, che colpirà anche il Presidente degli Stati Uniti di quegli anni, Richard Nixon, ma tutto ciò può essere colto solo da chi possiede un’approfondita conoscenza della storia statunitense. Ritengo comunque che questo film lascerà il segno per aver messo in risalto il ruolo del giornalista in qualità di portatore di verità.
Il film ha anche ricevuto due nomination agli Oscar come miglior film e come migliore attrice protagonista a Meryl Streep e sei candidature ai Golden Globe.
Riccardo Minniti 3A