La danza ha origini antichissime. Già presso gli antichi Greci era presente in tutte le cerimonie di carattere sociale e religioso. Nel Medioevo la danza nacque in occasioni di feste e si diffuse ben presto anche nelle corti e nei castelli. Poiché eseguire salti, volteggi e capriole era considerato un modo di esibirsi poco aristocratico, i signori li sostituirono con gesti e movimenti composti. Tramandate durante tutto il Medioevo, solo nel  Rinascimento (XII-XIV) si cominciò a modificare i passi. Durante questo periodo, soprattutto in Italia e in Francia, si affermò la figura del maestro di ballo. Nel  Cinquecento si aprirono le prime scuole di danza: la prima in assoluto fu aperta a Milano, l’attuale Scala di Milano.

La danza, che fino ad allora aveva avuto solo la funzione di intrattenere gli invitati alle feste, grazie all’opera dei maestri di ballo incominciò ad assumere le caratteristiche di vero e proprio spettacolo, “il balletto”, al quale via via parteciparono sempre più ballerini professionisti. Questi rappresentavano davanti al pubblico una storia in musica, attraverso una serie di passi, figure e movimenti appositamente pensati, talvolta anche scritti sulla carta e studiati. La persona che decideva i passi ed i ruoli di ogni ballerino e montava la coreografia era il maestro di ballo.

Fu sempre in Francia che la danza classica si sviluppò maggiormente e si ufficializzò, grazie a Luigi XIV, detto “il Re Sole”, che, tra le tante Accademie che volle fondare, inserì anche quella dedicata al ballo, da lui fondata nel 1661. Académie de Danse. Nel 1735 fu fondata l’Accademia Imperiale Russa, che darà poi vita al Russian Ballet, il Balletto Russo. A Londra si eliminarono le parole dagli spettacoli, cercando di rappresentare i concetti attraverso espressività del movimento.

I danzatori del XVIII secolo erano coperti da maschere, indossavano grosse parrucche e scarpe col tacco. Le donne indossavano gonne larghe e lunghe, strette nei loro corpetti, idem per gli uomini. Inizialmente c’erano più ballerini maschi che non femmine, ma, nell’Ottocento, la danza “femminile” prevalse su quella “maschile”.  Venne introdotto un gonnellino più corto, il tutù, ed iniziarono ad apparire le scarpette da punta. Nel 1823 si iniziò ad andare sulle punte, per lo più per due o tre passaggi, ad opera della danzatrice italiana Amalia Brugnoli.

Maria Taglioni nel 1832 danzò l’intero balletto La Sylphide sulle punte. La Sylphide cambiò moltissimo lo stile dei balletti, nella tecnica, nella storia e nei costumi. Giselle venne  interpretato per la prima volta all’Opéra di Parigi nel 1841 da Carlotta Grisi. Anche qui il tema sovrannaturale è dominante. Nel secondo atto i fantasmi delle Willi indossano il tutù bianco già reso popolare da La Sylphide.

Nel 1828 vennero inserite per la prima volta nei balletti delle “prese” della danzatrice da parte del partner.

In Russia, il coreografo Marius Petipa ed il musicista Tchaikovsky diedero origine ad alcuni balletti classici famosissimi: Il lago dei cigni, La bella addormentata e Lo schiaccianoci.

A partire dagli anni ’60 il pubblico divenne più vario. Molti giovani cominciarono ad andare a vedere la danza in teatro. Così virtuosismi atletici, ritmi moderni, temi attuali, furono sempre più ben accetti. Molti balletti classici cominciarono ad essere accompagnati da musica Jazz o addirittura dal Rock’n Roll. Questa trasformazione ha dato maggiore impulso allo sviluppo della danza moderna.

I metodi di danza classica più famosi e usati sono 4:

-metodo Vaganova nato in Russia

-metodo RAD(Royal Academy Of Dance) nato in Inghilterra

-metodo Burnoville nato in Danimarca

-metodo Balanchine nato in America

-metodo Cecchetti nato in Italia

I personaggi più conosciuti sono: Eleonora Abbagnato, Bolle Roberto,  Brazzo Sabrina, Rossella Brescia, Brezza Gianni, Dorella Oriella, Carla Fracci, Kadiu Kledi, Riga Alessandro,  Ulanova Galina,  Zakharova Svetlana …

Deborah Tempesta

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