Andrea guardò rapidamente le chat e vide due messaggi, uno da Lorenzo e l’altro da Giacomo. Il primo diceva che per quel giorno non c’erano incarichi per la crew, il secondo era un messaggio vocale. Gaia si sedette con lui sul materasso ed ascoltarono: “Ciao Andrea, sono Giacomo. Stasera verrà anche Sofia. Sai, sono abbastanza bravo a nascondere la verità, ma non con lei! Se vuole può venire anche Gaia, mi pare che lei sappia ballare caraibico.”
“Non andavo in discoteca da tre anni! Dobbiamo assolutamente prepararci a dovere, Andrea. Oggi andremo al Lingotto a comprare dei vestiti da mettere stasera.” disse Gaia.
“Va bene, basta che non mi fai spendere troppo.” sospirò Andrea.
Erano le dieci del mattino quando i due ragazzi uscirono di casa e si diressero verso la fermata Lingotto della metro. Scesero le scale della fermata Massaua e attesero l’arrivo del treno.
“Quindi tu sai ballare?” chiese Andrea senza mostrare interesse.
“Si, mio padre mi ha pagato dei corsi di salsa e bachata. Spero di ricordarmi ancora come si balla. Tu hai mai ballato?”
“No, e non sperare di ballare con me stasera.” rispose Andrea.
“Dai, prima di arrestare Mattia potresti ballare qualche volta con me.” disse Gaia.
“Va bene, ti concederò un ballo.” sbuffò Andrea. Gaia fu felice di quella risposta.
Arrivò il treno e i ragazzi salirono. D’estate non c’era mai nessuno in metro, infatti i vagoni erano vuoti. C’erano solo loro due, Andrea e Gaia. Una volta arrivati alla fermata XVIII Dicembre, però, entrarono nel loro vagone tre ragazzi ed una ragazza.
I tre ragazzi avevano degli scarponi da neve neri, dei pantaloni lunghi, una tunica nera da cui pendevano delle piccole catene e delle maschere bianche con due cerchi neri in corrispondenza degli occhi. La ragazza invece aveva dei sandali, dei pantaloncini neri, una canotta con due righe oblique rosse, un cappello con la visiera nero e un’asta in metallo lunga circa due metri. Andrea riconobbe subito Ottavio, Antonio e Marco: il Trio Nero.
“Non penserete di certo che io, Alessia, mi sia scomodata di prima mattina per andare al Lingotto con voi. No, Davide vuole che io vi porti da lui, con le buone o con le cattive.” disse Alessia sghignazzando.
Andrea impugnò la mazza da baseball e disse: “Noi invece abbiamo il compito di portarti dalla polizia, e di certo non con le buone!”
Il Trio Nero si sedette sui sedili mentre Alessia puntò l’asta contro Andrea cercando di colpirlo. Andrea si spostò rapidamente verso destra e le porte del treno si chiusero. Lo scontro tra i due ragazzi fu feroce e difficile a causa della loro determinazione e dai movimenti del treno che li facevano inciampare e sbattere contro le pareti. Gaia chiamò velocemente la polizia dicendo che Alessia della Damage si stava dirigendo verso la fermata Lingotto della metro.
Appena il treno arrivò alla fermata Dante, Andrea colpì violentemente da destra l’asta di Alessia, facendo cadere sia la ragazza che l’arma a terra. Andrea raccolse l’asta e puntò entrambe le armi contro Alessia, la quale si arrese e si accasciò a terra sfinita.
“Ottimo, Andrea.” disse Ottavio senza intonazione.
“Noto con piacere che sei diventato forte ed aggressivo.” aggiunse Marco.
“Questa è la forza dei ricordi, Andrea. So che non ti comporti così perché ti abbiamo negato l’accesso al Trio, ma sono certo che qualcosa che appartiene al tuo passato ti infastidisce e ti spinge a migliorarti.” spiegò Antonio.
“Voi avete ingannato me, Michela e l’intera Torino. Voi eravate sui giornali per aver sconfitto la malavita torinese, invece avete ucciso persone oneste ed innocenti. Allora cos’è il Trio Nero se non un gruppo di bugiardi al servizio della Damage?” ringhiò Andrea.
“Il Trio non si occupa di divulgare informazioni, pertanto non siamo noi ad aver propagato queste false notizie sul nostro conto.” disse Antonio.
“Ci vedremo presto, Andrea.” disse Ottavio alzandosi in piedi.
“Davide ci attende.” disse Marco aprendo con le braccia una porta del treno ancora in movimento. I tre saltarono fuori dal vagone e scomparvero nell’ombra.
Arrivati alla fermata Lingotto, Alessia si alzò di scatto e tentò di scappare, ma venne bloccata da tre agenti di polizia posizionati davanti alle scale. Andrea e Gaia uscirono e diedero l’asta ad uno degli agenti, e uscirono dalla metro.
I due ragazzi rimasero tutto il giorno nel centro commerciale. Gaia comprò per sé una camicia di jeans, delle scarpe nere e un pantalone di jeans blu, mentre per Andrea acquistò una camicia bianca, un pantalone ed un gilet nero. Il ragazzo non fu molto entusiasta dell’acquisto, ma non lo diede a vedere.
Tornarono a casa sul far della sera, dopo aver mangiato nel centro commerciale. I ragazzi si cambiarono e trovarono Lorenzo che li aspettava sotto casa. Era con Giacomo e Sofia su una macchina rossa che aveva noleggiato il giorno stesso. I ragazzi salirono in macchina e partirono verso il Mitho.
“Io e Giacomo abbiamo una missione stasera.” disse Andrea.
“Per questa volta ti lascio campo libero, sono sicuro che Primo ti ha aiutato a preparare un piano.” disse Lorenzo.
“Certo, non possiamo fallire.” disse Giacomo, “Sofia, hai portato la plastica?”
“Certo, amore.” rispose Sofia consegnando ai due ragazzi una tuta trasparente in plastica.
“A cosa vi serve la plastica?” chiese Gaia incuriosita.
“A non essere sciolti dall’acido.” spiegò Andrea, “Mattia ha acquistato enormi quantità di acido da quanto fa parte della crew di suo cugino.”
“Naturalmente non sarete protetti da tutti i tipi di acido.” disse Sofia, “Fate attenzione a quelli mischiati e alle alte temperature.”
Andrea e Giacomo annuirono. Un quarto d’ora dopo Lorenzo parcheggiò vicino alla discoteca e i ragazzi uscirono dalla macchina.
Erano le dieci e mezza di sera.
Valerio Giunta