“Ragazzi, torno subito. Primo mi sta chiamando.” disse Andrea alzandosi in piedi.
“Come? Sei in contatto con Primo?” disse Giacomo stupito.
“Ci fai parlare con lui? Anche solo qualche minuto!” chiese Flavia, ma Andrea si era già allontanato dal tavolo dove stavano mangiando. Gaia lo seguì.
“Pronto, Andrea? Come stai?” disse Primo al telefono.
“Al solito, Primo. Hai bisogno?” chiese Andrea.
“Si, volevo chiederti come sta tua sorella, Serena. Sai, è da tanto che non sento la sua bellissima voce…”
Gaia stava di fronte a lui in silenzio. Andrea la ignorò.
“Sta bene, ora è a Biella. Sai, pare che stia ripensando a quello che è successo prima della tua partenza. Due giorni fa mi ha detto che forse ha fatto male a rifiutarti.”
“Davvero?” disse Primo cercando di nascondere lo stupore, “Questa è un’ottima notizia! Sappiamo entrambi com’è difficile vivere lontano dalla propria amata.”
“Primo, ascolta: hai diciotto anni, una crew immensamente potente e una regione tutta tua. Perché continui ad amare colei che ti ha spezzato il cuore?” disse Andrea senza intonazione.
“Per lo stesso motivo per cui tu vuoi tornare da Michela. Nessuno dei due vuole soffrire per nulla.” rispose Primo.
Andrea esitò un attimo, poi disse: “Hai ragione. Però dimmi, la rivedrò al Mitho?”
“Non ho documenti su Michela a disposizione, ma parecchi su Mattia Fortenero. Pare che dopo essere stata con lui non sia più uscita dal suo appartamento. O almeno, questo è ciò che ho dedotto…” disse Primo.
“Grazie per l’aiuto, ci sentiamo presto.” concluse Andrea. Primo lo salutò e chiusero la chiamata. Andrea fissò per qualche secondo il viso di Gaia, la quale improvvisamente lo abbracciò.
“Gaia, torniamo dagli altri?” disse sottovoce.
“Va bene, ma resta così ancora due secondi.” sussurrò Gaia. Andrea chiuse gli occhi e la strinse tra le sue braccia.
La cena terminò poco dopo. Lorenzo e Flavia andarono a fare un giro nel centro commerciale, Andrea e Gaia tornarono a casa mentre gli altri rimasero a chiacchierare nella base della F-Crew.
I due ragazzi decisero di tornare a piedi verso casa, la quale si trovava in Piazza Massaua. Per qualche minuto rimasero in silenzio a camminare, poi Gaia iniziò a parlare.
“Non ho mai detto a nessuno del mio passato. Dico sul serio, nessuna persona oltre me può raccontare la mia vera storia. E la prima persona che deve saperla sei tu, Andrea, perché tu capisca come mai sono stata costretta a chiederti di stare da te per un po’ di tempo.” disse.
“Ti ascolto.” disse Andrea.
“Io non ho mai conosciuto i miei veri genitori, sono stata adottata da un uomo molto solo che aveva bisogno di uno scopo, di qualcuno per cui vivere. Me lo disse sin da subito, voleva che sapessi tutta la verità. Gli volevo bene, si prendeva cura di me e mi dava tutto ciò di cui avevo bisogno. Io cercavo sempre di essere una brava ragazza e di meritarmi quel padre così buono, capace addirittura di lavorare per giorni senza fermarsi pur di portare a casa i soldi per farmi vivere senza preoccupazioni. Non ho mai incontrato nessun uomo migliore di lui, davvero.” disse Gaia con un filo di agitazione.
“Ma immagino che sia successo qualcosa di brutto.” disse Andrea.
“Già.” sospirò Gaia, “Davide Fortenero ha mandato il Trio Nero ad uccidere mio padre. L’ho scoperto grazie al mio computer il mese dopo l’omicidio. Mio padre era un poliziotto, e la Damage non ha mai visto di buon occhio la polizia. All’inizio pensai che stava lavorando un po’ di più per me, che sarebbe tornato presto, ma un amico di mio padre mi chiamò per avvisarmi dell’accaduto. Come se non bastasse, il Trio Nero diede alle fiamme molti palazzi della mia circoscrizione, e tra questi c’era anche il mio. Sono tre anni che vivo con i soldi faticosamente guadagnati da mio padre, ma ormai sono terminati e nessuno mi ha ancora assunto. Purtroppo il lavoro non è molto in questo periodo…”
“Se hai bisogno puoi contare su di me.” disse Andrea, “E quando sarò faccia a faccia con Davide gli farò pagare ogni singolo momento in cui ti ha fatto soffrire.”
“Grazie, Andrea.” balbettò Gaia chinando la testa.
Erano ormai arrivati a casa. Andrea prese le chiavi e aprì la porta. “Sai,” disse, “io conobbi sia mio padre che mia madre. E ho anche una sorella, Serena. Ma non sono più fortunato di te. Loro non mi hanno scelto.”
“Per questo sei sempre così serio? Io penso che tu sia diverso da come appari, vedo in te un ragazzo dolce ed emotivo.” disse Gaia.
La ragazza entrò in casa e Andrea chiuse la porta. Non voleva risponderle, doveva essere forte. Gaia aveva ragione e lui lo sapeva bene, ma voleva dimostrarle il contrario. Aveva imparato dall’errore che gli fu fatale.
“Nessuno ti obbliga a volermi bene, sono fatto così. Un ragazzo serio.” disse Andrea senza intonazione.
“Tu mi nascondi qualcosa, ne sono certa.” disse Gaia, “Ma non devi dirmelo ora. Comunque, ti voglio bene.”
Andrea e Gaia si lavarono i denti e andarono a dormire. Andrea aveva un letto matrimoniale e un letto singolo in due camere diverse, e aveva scelto per la ragazza il secondo.
Prima di coricarsi, Gaia andò da Andrea e gli diede un bacio sulla guancia. Andrea sorrise.
“A domani mattina, dormiglione. Buonanotte.” disse Gaia sorridendo.
“Buonanotte.” disse Andrea, sdraiandosi nel letto.

Valerio Giunta

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