“Prossima stazione: Dante. Next station: Dante.”
Andrea osservò Lorenzo, tanto autoritario e serio da incutere timore. Lorenzo era un ragazzone corpulento sui vent’anni che indossava sempre una canotta bianca e dei pantaloncini neri, oltre alla bandana bianca sul polso che ogni membro della sua crew doveva indossare.
Andrea invece si vestiva sempre di nero, e in quell’occasione portò con sé anche la sua mazza da baseball.
“Non sei emozionato?” chiese Lorenzo ad Andrea, “E’ la tua prima missione!”
“Bah, non mi fa né caldo né freddo, ho passato di peggio…” rispose spazientito Andrea.
Una chiamata di Skype.
“Ciao ragazzi, sono Gaia. Ora sono le 16:30, tra mezz’ora dovrete essere operativi o quei tre la faranno franca. Intesi?”
“Qui Giacomo. Tutto chiaro. Sai in che zona attaccheranno?”
“Negativo, è compito vostro scoprirlo e fermarli.”
“Qui Lorenzo. Grazie Gaia. Chiamaci se hai altre informazioni.”
“Senz’altro, capo. E… buona fortuna, Andrea!”
Chiusero la chiamata e uscirono dalla metro, fermata Lingotto. Si divisero non appena entrati: Andrea andò davanti alla Feltrinelli.
Ore 17 in punto, un rumore in lontananza e un’altra chiamata.
“Qui Giacomo, un allarme ha iniziato a suonare nella Corte della Ristorazione, la sicurezza si sta dirigendo qui. Forse i nostri obiettivi sono qui!”
“Negativo.” Disse Andrea, “E’ un diversivo per attirare la sicurezza nel punto sbagliato. Restate dove siete.”
“Andrea, il capo sono io, non tu. In ogni caso… mi fido di te, state all’erta.” Disse Lorenzo.
Poco dopo uscirono tre uomini incappucciati dal cinema. Uno aveva in mano un piede di porco, gli altri delle pietre. Andrea andò verso di loro.
“Ehi moscerino, cerchi rogne?” Disse uno di loro.
Andrea sorrise, poi si avvicinò a loro e disse: “Che ci fanno dei bimbi senza i genitori qui? Può essere pericoloso andare in giro da soli…”
“Bello, siamo più grandi e forti di te. Levati di mezzo, abbiamo da fare.” Disse un altro, puntandogli il piede di porco. Andrea allora gli prese la mano e gli torse il braccio. Gli altri due lanciarono due pietre contro Andrea, che usò il terzo come scudo. Poi lo lasciò cadere a terra e gli tirò un calcio sulla testa: era svenuto.
Uno dei due si lanciò contro Andrea, che si spostò rapidamente e colpì l’altro con la sua mazza da baseball sullo stomaco, facendolo cadere a terra.
L’altro venne fermato da due passanti che stavano assistendo alla scena.
Andrea prese lo smartphone e disse: “Qui Andrea. Il nostro compito è finito, ora tocca alla sicurezza. Tagliamo la corda.”
Iniziò a correre mentre la sicurezza arrivò per arrestare i tre vandali.
“Qui Lorenzo. Li hai stesi?”
“Affermativo, capo. Si sono diretti verso di me e li ho fermati in tempo.” rispose Andrea.
“Beh, niente male come inizio. Complimenti!” esclamò Gaia.
“Vi aspettiamo qui?” chiese Sofia.
“No, andiamo a fare un giro dopo cena. Andiamo in un ristorante in centro, offro io.” disse Andrea.
“Sono io il capo Andrea, decido io cosa deve fare la crew. Comunque accetto, ho un certo languorino…”
Risero, poi la crew Safezone si avviò verso la fermata Porta Nuova della metro.
Valerio Giunta