“Un espresso e una brioche per me.”
“Per me lo stesso.”
Iniziava così il 13 luglio 2068 di Lorenzo e Andrea: colazione al bar, come tra amici. Ma amici, loro, non erano.
“Quindi lei si chiama…?” chiese Lorenzo.
“Andrea.” Rispose.
Era seccato,  Andrea: odiava svegliarsi presto la mattina, e i suoi pensieri non gli davano pace.
“Bene, Andrea, io mi chiamo Lorenzo.” disse con una stretta di mano. “Ora, ti ho già visto e mi sembri un tipo da non sottovalutare. Ma dimmi, perché dovrei prenderti?”
“Perché non temo nulla.” rispose Andrea.
“Sembri molto determinato. Ma non basta, ormai ci sono tantissimi ragazzi che vogliono far parte di una crew. Altro da aggiungere?” chiese Lorenzo.
“Non prendermi sarebbe un errore, Lorenzo. È raro trovare uno forte come me, sarebbe un peccato perdermi…” rispose Andrea.
“Di certo non sei modesto. Ma voglio darti un’opportunità, ho visto cosa sai fare e so che non verrò deluso.” disse Lorenzo.
Andrea guardò la cameriera che stava delicatamente appoggiando le tazzine sul loro tavolo, con aria di disprezzo.
“Quando inizierò?” chiese Andrea sbuffando.
“Quanta fretta! Non ti ho mica accettato nella crew!”
“E io non le ho detto che può darmi del tu.”
Ci fu un momento di silenzio. Bevvero velocemente il caffè, poi Lorenzo riprese fiato.
“Senti, ci sono delle regole. Prima di tutto, non siete superiori a me, e posso darti del tu. Intesi?”
“Siete?” chiese Andrea, confuso.
“Tu e gli altri membri della crew. Sei una testa calda e ci sta, ma non devi mancarmi di rispetto. Sei preso se accetti le mie regole.”
“Le accetto.”
“Bene, sei ufficialmente nella Safezone. Spero che ti troverai bene.”
Si strinsero la mano, poi mangiarono la brioche e, una volta pagato il conto, andarono al punto di ritrovo della crew Safezone, il Parco Rignon.
Si ritrovarono nella biblioteca alle 14:30, si sedettero in cerchio e Lorenzo iniziò a parlare:
“Bene, da oggi abbiamo un nuovo ragazzo nella squadra. Lascio a lui le presentazioni…” disse Lorenzo alzandosi in piedi.
“Sono Andrea, ho 18 anni, gioco a baseball e faccio karate… devo dire altro?”
“No, va benissimo così. Ora ti presento gli altri: lei é Gaia, esperta in informatica. Hai bisogno di trovare una password? Puoi contare su di lei.”
Andrea la guardò con curiosità: Gaia aveva delle scarpe nere lucide, un paio di jeans blu consumati, una camicia bordeaux che pareva essere parecchio costosa e degli occhiali dalla montatura nera che ogni tanto scivolavano sul suo naso. Lo colpì parecchio, era lo stesso modo di vestirsi che aveva Michela.
Si guardarono per qualche secondo, Gaia gli sorrise e Andrea si voltò di scatto.
Continuò: “Lei invece è Sofia, una ragazza davvero geniale. Sa davvero di tutto a livello teorico. Ti aiuterà senz’altro se avrai dubbi su qualcosa.”
Andrea la guardó frettolosamente, poi vide un ragazzo con gli occhiali tondi e i baffi. Lo trovava buffo, sembrava un lord inglese.
“Infine, lui é Giacomo. È bravissimo a mentire, quindi non prendere per vero ciò che dice. Non sempre…”
Giacomo e Andrea sorrisero.
“Andrea, ti spiego velocemente cosa facciamo. Dopo il 2050, come ben saprai, il numero di ragazzi in Italia è aumentato drasticamente, e spesso questi ragazzi, una volta riuniti in una crew, commettono crimini e altri atti contro la legge. Noi siamo una polizia privata, una fazione buona che opera in Piemonte. Gaia intercetta i messaggi tra queste persone e ci comunica tutto il necessario per prevenire ogni azione contro la legge. In base alle vostre competenze vi metto a supporto o in parte attiva della missione. Tutto chiaro?”
“Chiaro.” Annuì Andrea.
“Meglio così. Gaia, hai trovato qualcosa?”
“Si, Lorenzo: una crew composta da tre uomini sta per operare al Lingotto. Pare che vogliano danneggiare alcuni negozi con sassi e un piede di porco.” Rispose Gaia.
“Grazie Gaia, tu e Sofia starete qui a dare supporto. Andrea controllerà la Corte del Cinema, Giacomo la Corte della Ristorazione. Io staró alla Corte dei Giochi, restiamo in contatto con i nostri smartphone.”
I quattro annuirono, poi Andrea, Lorenzo e Giacomo presero la metro per recarsi al Lingotto.

Valerio Giunta

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