Il teatro nel teatro, una baraonda silenziosa, un copione improvvisato. Si potrebbe descrivere in un milione di modi questo fantastico spettacolo anglosassone. Suddiviso in tre atti, racconta di una compagnia teatrale che cerca di rappresentare la commedia “Niente addosso” mentre le quinte sono movimentate e frenetiche, capaci di creare scompiglio in scena.

I vari personaggi hanno tutti delle caratteristiche per farsi subito riconoscere e procurando non pochi problemi nel tentativo di ristabilire una calma nella compagnia, ormai scomparsa per colpe di gelosie e incidenti. Più si va avanti negli atti, più il clima è caotico tra i personaggi generando errori, interruzioni, improvvisazioni, conflitti e riappacificazioni magari tutti in una stessa scena. Questa spassosa situazione mischiata alla già divertente “Niente addosso” plasma una delle più divertenti commedie degli anni ’80 che non ha perso fascino in più di trent’anni di vita.

La geniale idea è venuta all’inglese Michal Frayn, facendo riconfermare il successo a Peter Bogdanovich che lo ha portato sul grande schermo armato di attori come Christophere Reeve. Un successo così grande che fu addirittura doppiato il 29 lingue in tutto il mondo.

Alcuni erano titubanti sul portare in Italia lo spettacolo, pensando che non fosse pronta per questa comicità “troppo inglese”. L’esito non fu affatto un fiasco e riscosse anche nella penisola un grande successo.

Una delle tante che ha portato in Italia “Rumori Fuori Scena” è stata la Fondazione Teatro Piemonte Europa che ha fatto parte della produzione dello spettacolo, lasciando Claudio Insegno a capo della regia e attore protagonista. Come lui tutta la compagnia si è perfettamente calata nei personaggi, scelti con cura e perfetti nel loro ruolo. È fantastico stare seduti sugli spalti e vedersi passare di fianco l’attore, nei panni del regista, che recita anche quando non è sul palco.

Francesco Genovese

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