Questo libro è solo una scatola di cose trovate per terra. Specialmente foto, sassi, resti marini, foglie. E ossa.


Venti racconti prigionieri della carta, ma liberi da ogni vincolo.
Racconti della controra è un libro realizzato dalla fotografa e video maker Rebecca Lena. Vive a Prato, suona il basso in una band e, soprattutto, colleziona ossa di animali. Quando l’ho letto sul suo sito stentavo a crederci.
Il libro racchiude le passioni, i pensieri e i “deliri” dell’autrice, sotto forma di racconti indipendenti ma collegati da un tema comune: la morte. Rebecca Lena inserisce questo elemento ovunque, tutto è legato ad esso ma senza orrore o tragicità. Anzi, la scrittrice ne è affascinata, lo guarda da lontano con ammirazione e amore. Questo rende i suoi racconti strani, originali nel loro essere strani.
La sua scrittura è particolare, complessa e mai scontata. Ammetto di aver letto con difficoltà la maggior parte dei racconti, ma ne sono sempre rimasto affascinato. Il modo in cui sono legati al passato dell’autrice, alle immagini, alla musica e ai vari inserti che Rebecca con cui ha vandalizzato la sua copia, ha provocato in me un senso di meraviglia e mi ha incuriosito. Non dimenticherò facilmente lo stupore nel vedere della pelle di serpente tra le pagine.
Ogni racconto è riuscito ad emozionarmi in modo diverso. Quello che mi ha colpito di più è stato Diaframma zero, il secondo della categoria Filosofisica quantistica; non si può descrivere ciò che si prova nel leggerlo, i sentimenti che provoca nel lettore sono accesi e misteriosi. Incomunicabili.
Il libro si può apprezzare al meglio nella sua versione vandalizzata, comprendente note, pensieri e curiosità sui racconti e sull’autrice, oltre a inserti molto interessanti e particolari tra le pagine, tra cui la pelle di serpente citata in precedenza.
Racconti della controra non può mancare nelle librerie di chi vuol provare, attraverso la lettura, un’esperienza fuori dal comune.

Valerio Giunta

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