Facebook e Google si mobilitano per combattere il fenomeno che affligge il web.

Molto spesso, mentre si naviga il vasto mondo del web, ci si imbatte in titoli di notizie che sembrano vere e affermano qualcosa che attira l’attenzione di chi legge ma che in realtà sono solo una bufala scritta da chissà chi per uno scopo ben preciso: guadagnarci sopra. Infatti i siti che scrivono queste cosiddette “fake news” (“false notizie” in inglese) guadagnano dalla pubblicità che mostrano nelle loro pagine – più persone visitano la pagina e visualizzano la pubblicità, più il sito riceve soldi da chi produce le pubblicità.

Ed è proprio sulle pubblicità che Google  punta per limitare il diffondersi di questo fenomeno: la nota azienda ha messo in atto una politica anti-fake news che consiste nel rimuovere le pubblicità nei siti colpevoli, in modo tale che essi non abbiano più motivo di agire in questo modo.

Ma il problema delle fake news non finisce qui, infatti esse contribuiscono al dilagare della disinformazione, soprattutto sui social network come Facebook dove la gente può sostenere le proprie teorie complottiste condividendo link di notizie dal titolo accattivante e nella maggior parte dei casi chi condivide la notizia e chi la visualizza nella propria home, si ferma al titolo, senza andare a leggere l’articolo intero. Questo stratagemma è molto utilizzato anche da siti di giornali importanti, che decontestualizzano alcune frasi dette da politici o persone importanti solo per creare indignazione e scalpore negli’occhi di chi legge quel titolo, spingendolo a condividere l’articolo senza averlo effettivamente letto, anche questa è una forma di fake news.

Facebook, invece, ha deciso di modificare l’algoritmo che è responsabile della selezione dei post che verranno visualizzati nella home di ogni utente, dando precedenza ai contenuti che non contengono spam – ovvero l’eccessiva visualizzazione di inserzioni pubblicitarie – e a quelli che vengono considerati “genuini” dal sistema stesso, ovvero quelli più compatibili con i nostri gusti e che non hanno ricevuto particolari segnalazioni da parte di altri utenti.

Queste novità aggiunte da Facebook e da Google sono andate in contro a diverse proteste di alcuni utenti che hanno riscontrato meno visibilità delle loro pagine o siti nonostante questi fossero attendibili; è ovvio che un algoritmo, senza supervisione di un essere umano, non può distinguere al cento per cento un sito con scopi ingannevoli da uno con scopi nobili – come l’informare le persone di fatti realmente accaduti citando fonti attendibili, non per fare soldi tramite l’ingenuità degli utenti, ma per il piacere di fare giornalismo come si deve.

Anche noi possiamo combattere il fenomeno delle fake news, imparando a distinguere una notizia vera da una bufala inventata; di certo la colpa non è tutta delle grandi aziende del web ma anche dei creduloni e di chi non si informa a dovere o di chi semplicemente usa le notizie false per dare ragione alle proprie opinioni, per quanto sbagliate esse siano, o per alimentare le proprie tasche. Il primo passo per una comunità più giusta e sincera parte sempre dal singolo individuo che combatte l’ignoranza con la verità e l’esperienza.

Fonti

video youtube: https://www.youtube.com/watch?v=pGoH-nb3jqA

Nuovo algoritmo Facebook: http://www.ilpost.it/2017/02/01/facebook-sezione-notizie-contenuti-genuini/

Nicolas Varesano

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