Chi di noi negli ultimi quattro anni non si è mai domandato “Chi” e soprattutto “Cosa” ci sia dietro la scritta “Il S. Gesù sta arrivando”, che in così poco tempo si è diffusa nelle vie e nei pullman più affollati di Torino?
Le prime ipotesi sorte a seguito del grande scandalo sul suo significato, furono quelle dei complottisti e della polizia, allarmati che le scritte potessero essere l’invenzione di qualche spacciatore alla ricerca di un metodo alternativo per indicare il suo luogo di incontro con i clienti. Tutto ciò, in poco tempo, è stato smentito: le scritte e i volantini sono aumentati a dismisura, il fenomeno ha preso piede anche nei social, tramite la creazione di pagine e profili Facebook, ed è stato possibile, tramite informatori e telecamere di sicurezza, risalire all’autore, o meglio, all’autrice. Chi se lo sarebbe mai aspettato?
La donna in questione si chiama Desiree, ha 54 anni, e dal 2001 soggiorna in Italia. Dopo essere scampata alla ferocia della guerra in Camerun e all’aridità del deserto del Sahara, è riuscita, grazie ad un barcone, ad arrivare nella Penisola. Qui, l’unico conforto che le ha dato la forza per andare avanti è stata, oltre ai suoi 4 figli, la preghiera e la fede in Dio. Una medicina, in poche parole. Quella che, in un mondo come oggi, sembra creare però solo confusione.
Una notte, testimonia la donna, ebbe una visione, nella quale il Signore le affidava il compito di diffondere il messaggio che il suo arrivo era imminente. Da quel momento, ogni giorno, con fierezza, Desiree prende in mano il suo pennarello indelebile e diffonde il messaggio. Un messaggio di pace. Scritte del genere sono visibili in tutti i punti più esposti di Torino, e da qualche anno, anche nelle vie e pullman principali di Roma e Milano. Il tutto, da sola. Guidata soltanto dalla preghiera. Ultimamente si è specializzata anche nella scrittura in inglese e romeno, per far sì che il messaggio si diffonda più velocemente.
Il messaggio è arrivato forte e chiaro anche alla polizia, che è intervenuta il prima possibile. Ma le multe e le segnalazioni non sembrano intimorire Desiree. Le accetta, come accetta il lavoro degli agenti: d’altronde è il loro compito multarla per ciò che fa.
Ogni volta che qualche passante la ferma e le domanda cosa stia facendo lei risponde con fierezza e, prontamente, sfrutta la situazione per predicare.
Tutto ciò può essere considerato eticamente giusto? Molti pensano che il messaggio che Desiree vuole diffondere debba essere preso come esempio da tutti. In un mondo così ingiusto forse ognuno di noi ha bisogno di un po’ di Signore dentro di sé. Ma fino a quando, tutto ciò è consentito? E perché ricorrere alla distruzione della città per diffondere un messaggio così semplice? Forse l’uomo non è ancora pronto per l’arrivo del Signore o forse il Signore è già dentro di noi e basta solo trovarlo?
Desiree, con una frase, nella sua semplicità, sembra aver sollecitato la mente di molte persone e chissà se un giorno il suo messaggio ci sarà realmente utile.

Alessio Solazzi

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