Dal detto inglese “Rise and Grind” alla dura realtà del nuoto agonistico.
Quando ci viene chiesto che sport pratichiamo siamo sempre sinceri? Sappiamo veramente quello che facciamo? Andiamo a calcio e siamo dei calciatori? Andiamo in piscina e quindi siamo dei nuotatori? O ci piace identificarci così senza esserlo veramente?
Quando dici di essere un nuotatore, ciò che stai dicendo realmente, è di essere intrappolato. La tua testa tra catene, la schiena nel dolore, la doccia ghiacciata. Le tue braccia sempre stanche, l’odore del cloro incrostato nella pelle, il freddo delle sei di mattina su un bordo vasca in pieno inverno. Il borsone sempre pieno di biancheria bagnata, i compleanni dimenticati e le feste mancate. Sei uno zombie, la pelle screpolata, i capelli secchi, la fame pre-durante-post allenamento che non puoi sempre soddisfare. Gli occhialini stretti, il secchio del vomito, la cuffia logora, il segno del costume sulla vita, il mal di testa a fine allenamento. Quando dici di essere un nuotatore, nella testa hai l’immagine di un cronometro dove corrono numeri sfocati dagli occhialini appannati, il fiato che si fa corto fino a farti scoppiare il cuore nel petto, il collo di pietra e le gambe pesanti. La vita di un nuotatore è una vita non goduta, sacrificata, piena di privazioni della normale vita di qualsiasi altro adolescente o individuo. Sei sempre stanco, affamato, di corsa tra piscina, scuola e famiglia spesso ad arrabbiarti con te stesso anche per un semplice ritardo.
Sei solo e devi fare i conti con i tuoi ricordi e la tua coscienza. Significa non ascoltare le altre voci che dicono che è troppo tardi o troppo presto, o che sei troppo stanco per allenarti. Sei posto incessantemente a scelte che non vorresti prendere, odi e ami il tuo corpo e la tua mente a cui non sono concesse distrazioni. Apprezzi gli attimi perché vivi di secondi. Ogni tua emozione viene trasformata in pura forza. Ogni giorno sceglierai la via della fatica. Si tratta di ricostruire te stesso, di mettersi alla prova. Mettere alla prova la tua volontà, la tua resistenza. Mettere alla prova il tuo cuore e i tuoi limiti. Tutte le mattine e tutte le notti torni nella macina a combattere te stesso e le tue paure. Niente week end, nessuna vacanza. Neanche un giorno di riposo. Si tratta di fare la differenza per poter avere anche solo un vantaggio. Capovolgerti, sbattere e ripartire in giri interminabili. Significa desiderare quel fischio che ti permetta ti sprigionare tutta la tua rabbia e la tristezza che porti dentro. Quando imparerai a fluire con l’acqua, ascolterai il ritmo, non sarai più confinato, sarai libero. Perchè l’uomo è stato creato per sentire l’interiorità e tu sei lì a trovarla. Questo è il nuoto. Rise and Grind.
Stefano Conte 3Cs