La retata

Riassunto: O’Connor e Kid individuano nel tunnel della Metropolitana Pneumatica il nascondiglio perfetto per il treno carico d’oro della J. P. Morgan. Conscio dei rischi che comporta entrare in un luogo chiuso al pubblico da tempo, O’Connor decide di entrare dal lato di Broadway. A Broadway i due non trovano l’entrata e decidono di riposarsi in un bar. Dopo aver sorpreso una spia, O’Connor si ritrova davanti un uomo che gli punta una pistola.

-A mio avviso rischiamo solo di farli arrabbiare. Non si fermeranno facilmente.
-Malfidato. Io sono il migliore!
-Lo ha detto anche di me. Si ricorda?

-Buonanotte.
Si udì un colpo. A cadere fu l’uomo. O’Connor  vide davanti a sé Kid e nelle sue mani una pistola dalla canna fumante.
-Kid! Cosa hai fatto?
-Ti ho salvato la vita!
-Non potevi farlo in un altro modo? Ora abbiamo un morto!
-Tu che avresti fatto?
Ci pensò un momento.
-La stessa cosa.
-E comunque non ti devi preoccupare di lui, c’è la polizia in sala.
-Come?
-La spia non era molto furba. Mi ha minacciato dicendomi che ti avrebbero ucciso e ho preso una precauzione.
-Ma non dire scemenze, usciamo con discrezione.
O’Connor aprì la porta, tutti tenevano le mani in alto di fronte alla polizia. Ancora una volta Kid era riuscito a sorprenderlo.
-Mi correggo, dille subito le cose.
Si rivolse al comandante della polizia: -Agente O’Connor. Mi trovavo nei bagni del locale. Possiamo andare?
-State bene?
-Sì.
-Allora potete.
-Fatemi sapere cosa trovate qui.
-Certo, agente.
Il sole calava tra i grattacieli. O’Connor e Kid tornarono all’Empire State Building nella loro camera improvvisata in un ufficio.

Dormirono pesantemente fino a quando non li svegliò la loro radio militare. O’Connor rispose.
-O’Connor in ascolto, passo.
-L’area è sicura? Passo.
Guardò Kid che era a metà tra il sonno e la veglia.
-Affermativo, passo.
-Parla il generale Marshall. Congratulazioni signor O’Connor. Missione compiuta. Attenda la prossima chiamata. Chiudo.
Chiuse la chiamata.
-Che? Kid! Svegliati!
-Uh, eh, come? Non stavo dormendo! Riflettevo.
-Su cosa?
-Dormivo.
-Ha chiamato il Pentagono, diceva “missione compiuta”.
-Come sarebbe a dire? Noi non…- Si interruppe guardando O’Connor che sembrava aver compreso qualcosa di complicato.
-Ho capito! L’entrata della Pneumatica era in quel bar e hanno trovato il treno e l’oro.
-Dici?
Così era. Lo scoprirono quando comprarono il New York Times.
-Carry, ti è mai capitato di risolvere un caso in questo modo?
-No.
-E così in fretta?
-Nemmeno.
Continuarono a leggere.
-Una base tedesca sotto uno dei palazzi di Broadway lascia davvero sgomenti, sarà questo il segreto del successo degli U-Boot?
O’Connor intervenne con tono serio: -Ciò che ci interessa lo sappiamo, non leggere sciocche supposizioni.
-Vuoi dire che…
Lo fissò.
-Capito.
Kid si mise a riflettere per un momento, poi ruppe il silenzio: -Ma sei sempre così serio?
-In alcuni casi sì.
-Come sarebbe “alcuni”? Ti ho visto rilassato solo una volta in tre giorni.
-Le cose richiedevano serietà.
-Ma sempre sempre?
-Certo. E’ il mio modo di essere, mi manda avanti.
La serietà di O’Connor non smetteva di assillare Kid. Cominciava a chiedersi se non stesse cercando di nascondere qualcosa.

Nel pomeriggio arrivò una chiamata. Questa volta a parlare era il generale Eisenhower: -Ascoltate attentamente, concordiamo tutti che per dare una svolta alla guerra ci serve un aiuto sul continente europeo. Dovrete parlare con una persona e convincerla a collaborare. Si trova al penitenziario, sarà molto refrattario ad accettare. Se sarà necessario gli prometterete la libertà.

Si guardarono in faccia. Cosa stava succedendo? Chi dovevano incontrare?

continua…

Giuliano Giunta

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