Valchiria

Riassunto: O’Connor conosce Hitler e quasi subito entra in contatto con la Valchiria. Il piano prevede di aspettare l’Operazione Overlord e approfittare della confusione per fare l’attentato.

-Questo è un grande progetto, Kid. Ci permetterà di avere il potere degli dei.

 

6 Giugno 1944

-Sono Dwight D. Eisenhower. Attaccate.

Normandia

Quella mattina O’Connor entrò nel palazzo come tutti i giorni.
-Signor colonnello, sta succedendo qualcosa, vada presto!
Corse nella sala del Comando. In quel luogo regnava la confusione e il disordine. Intravide Hitler che subito sbraitò di dare ordini via telefono. Prese il telefono.
-Colonnello Wolf. Cosa succede?
-FIII. FIII. POW. BOOM. FIII. BOOM. POW.
-Pronto?
-Sì, per fortuna. FIII. POW. Chiamo dalla Normandia. BOOM. Siamo sotto attacco. FIII. POW. Centinaia di navi. BOOM. BOOM. Credo vogliano sbarcare. FIII. Mandate la Luftwaffe. POW. Non possiamo resistere a lungo. BOOM.
-La vostra posizione?
-BOOM. POW. Siamo. FIII. BOOM. POW. No no no! BOOM.
-Pronto? Mi sente?

-E’ morto, usi l’elenco colonnello!
-Grazie, pronto? Situazione?
-Sì. FIII. Stiamo perdendo. BOOM. Non possiamo fare molto. POW. Conteniamo ma servono rinforzi. ROAR ROAR ROAR. Oh no! Paracadutisti! Ci accerchiano! Mandate rinforzi vi prego!
O’Connor si rivolse a Hitler: -Stanno sbarcando!
-Non può essere!
-E’ così! La Germania è in pericolo!
-Ordinate alla Luftwaffe di attaccare, presto! Lei continui!
-Sì. Arriva la Luftwaffe.
-Aiuto!
-Sangue freddo. Cosa vede.
-Le navi si stanno aprendo. Blindati! Vengono via mare! Ora le lance! ROAR. Questo è un incubo!
-Mio Fuhrer, le truppe sono nel panico. Che cosa facciamo?
-Non possono decollare!
-Zitti tutti!
Hitler quasi vomitò per lo sforzo.
-Non c’è niente da fare in Normandia. Dobbiamo ora più che mai convincere i tedeschi. Tra poco sceglierò chi verrà con me a Rastenburg per il nuovo progetto di propaganda. Conto su di voi. Grazie.
Uscì.

-Grazie, signor O’Connor. A Rastenburg non c’è la sicurezza di qua. Sono sicuro di poter mettere un congegno sotto il tavolo.
-Bada, se fallisce la Germania è spacciata.
-Purtroppo lo so.
-Bene, ma dimmi: come sta Rommel?
-Lo abbiamo avvisato per tempo. Non tema per lui. E’ l’unico tedesco realmente superiore.
-Tempo addietro ho imparato a non dover avere troppa sicurezza.
-Lo prendo come un consiglio per il futuro. Arrivederci, signor O’Connor.
-Arrivederci, von Stauffenberg.

Trascorse poco più di un mese per i preparativi. Stauffenberg era stato scelto per partecipare alla riunione a Rastenburg perché tra i più fidati. Era ora di pranzo e in tutte le radio della Germania si udiva la voce del Fuhrer. Pochi sapevano cosa sarebbe successo di li a poco.
-E con questo voglio dirvi che il popolo tedesco ha superato mille difficoltà per costruire il nostro fantastico Reich. Non ci dobbiamo arrendere di fronte ad una singola sconfitta. Sul lungo periodo saremo sempre noi i vincitori. Il nostro impegno ci deve… BOOM.
-Bene, ora attendiamo la conferma della morte.
“Non sei troppo sicuro di te?”
-E tu come fai a parlarmi anche da sveglio?
“Non sono un sogno e questo è stato fin troppo facile.”
-Guastafeste. Io comunque mi farò vedere da un medico e ti toglierò dalla mia testa una volta per tutte.
“Ma che violenza, la guerra ti ha forse reso una bestia? Hai appena collaborato alla realizzazione di un omicidio.”
-Caspita, è vero.
“Vuoi vincere la guerra in questo modo? Ti ricordi di Rommel?”
-Stai cercando di confondermi. Io sto dalla parte dei buoni. Lui ha attaccato per primo.
“E quindi tu continui.”
-No. Io finisco.
“Toh, e come quando si va da due bambini e si dice di non litigare.”
-Ma questo che c’entra?
“Che ti abbassi al livello dell’altro.”

-Mio Fuhrer, si sente bene?
-Oh, sì. Credo di sì. Cosa è successo?
-Un attentato.
-Che onta! Uccideteli tutti. Prendeteli tutti e uccideteli!
Vomitò.

Continua…

Giuliano Giunta

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