Il Fuhrer

Riassunto: O’Connor è arrivato a Berlino dove prenderà parte all’Operazione Valchiria. Il viaggio gli ha fatto rivivere il suo passato.

-Piacere, Billy Clark detto Kid. Sono il nuovo responsabile della sicurezza.
-Ma noi ci conosciamo.

O’Connor camminava nel palazzo di Hitler. Era ancora intontito dalle bombe e la sua preoccupazione era di sbagliare la grammatica tedesca. Ora doveva incontrare il Fuhrer. Fece per entrare in una stanza quando due guardie lo fermarono.
-Fermo! Lascia le armi.
-Ah sì, scusate.
Consegnò la pistola e lo fecero entrare. Hitler guardava una carta appesa alla parete raffigurante il territorio del Reich e il cigolare della porta lo fece voltare.
-Ah, lei deve essere il colonnello Wolf.
-Esatto, mio Fuhrer.
-Rommel mi ha parlato bene di lei, si accomodi.
Si sedettero.
-Il futuro non può che essere più roseo, colonnello. Abbiamo dei Feldmarescialli incredibili e un popolo superiore. Ammiri la carta.
-Alcuni di loro però hanno paura del futuro.
-Lo so, infatti è per questo che ho chiesto loro di cercare nelle loro divisioni i migliori tra i migliori. Lei mi sembra perfetto: è molto grosso e se Rommel mi ha mandato lei di sicuro non è per la sua forza fisica. Quel volpone le sa tutte.
-Vi conoscete bene a quanto pare.
-Bene è riduttivo, è il mio migliore amico. L’unico di cui mi fidi cecamente. Sono proprio contento che il Reich abbia un comandante come lui. Non perderemo la guerra finché ci sarà lui.
O’Connor rabbrividì. Quello che Hitler descriveva come un amico fidato era impegnato in un complotto contro di lui. Era chiaro che con una divisione interna così netta già tra i membri più alti del Reich avrebbe portato alla loro sconfitta.
-La fiducia è sempre una cosa buona.
-Lei mi piace, colonnello, ma il tempo passa e ci sono tante cose da fare. Raggiunga gli altri al piano di sotto che tra poco faranno riunione.
-Sì, mio Fuhrer.
Scese al piano inferiore dove partecipò alla riunione dei comandanti. Siccome il vero colonnello era stato promosso poco prima della sua morte non gli chiesero particolari cose. Disse che lo aveva scelto Rommel così da farsi conoscere a quelli della Valchiria.

“Te la cavi bene, vecchio.”
-Non sono vecchio. Sono maturo.
“Per me sei vecchio”
-Ragazzino impertinente.

La Valchiria si presentò a lui alcuni giorni dopo. I comandanti lo incontrarono nel palazzo dove dormiva per non correre rischi.
-Il suo vero nome qual è?
-Otto Wolf
-Lei è l’americano chiamato da Rommel e noi siamo della Valchiria. Ora e solo ora può dirlo.
-Carry O’Connor.
-Bene. Colonnello Claus Schenk Graf von Stauffenberg. Bando alle ciance la questione è semplice: nessuno può avvicinarsi armato al Fuhrer e lo ha visto anche lei. Dobbiamo decidere cosa fare.
O’Connor ebbe subito un’idea: -Sentite, è in una gabbia protetta, cerchiamo un pretesto per indurlo ad abbandonare ogni precauzione.
-Intende creare un allarme?
-Potrebbe essere un’idea.
-Potrebbe, ma a meno che non ci sia il rischio del crollo del Reich non credo che si lascerà andare. Già una volta hanno tentato di tu sai cosa e da allora la precauzione è la priorità.
-Il crollo del Reich dice? Forse un modo ci sarebbe. Le vostre spie hanno notizie di attacchi imminenti?
-Sanno che gli americani progettano uno sbarco nella zona del Mare del Nord, ma non hanno saputo dire quando.
-Quindi andrebbe bene questa tattica?
-No, sposteranno l’esercito e bloccheranno lo sbarco.
-Fidatevi di me, le spie vi hanno detto solo che ci sarà. Possono succedere tante cose nel mentre.
I comandanti si consultarono brevemente.
-Aspetteremo l’attacco. Speriamo bene.
O’Connor parlò improvvisamente a voce alta.
-Sarebbe bello poter chiedere agli americani quando e dove attaccheranno.
I comandanti si agitarono.
-Ma che cosa fai? Silenzio!
-State tranquilli, andrà tutto bene.
-Lo spero bene o moriremo tutti come è successo agli altri prima di noi. Anche Lei.
Sì congedarono.

Alcuni giorni dopo entrando nella casa O’Connor vide una radio militare sul letto. Il suo piano aveva funzionato.
-Gli uomini in nero sono affidabili.
Accese la radio.
-O’Connor a Comando di Londra, parlate piano, passo.
-La sentiamo, passo.
-Mettetemi in contato con il Pentagono. Generale Eisenhower. Attendo.
Passarono alcuni minuti.
-Signor O’Connor, come vanno le cose? Passo.
-Generale, è impossibile. Per farlo mi serve un grande allarme. Lei è pronto con Overlord? Passo.
-Vuole usare Overlord? Stiamo aspettando solo l’esito della sua missione. Passo.
-Non posso compierla in queste condizioni. Ho bisogno di confusione. Passo.
-Non prima dell’estate. Dovrà attendere. E ricordi: Mare del Nord. Conferma. Passo.
-Lei è un grande, generale. Chiudo.

Continua…

Giuliano Giunta

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