Affondato

Riassunto: O’Connor e Kid si trovavano sulla portaerei USS Columbia per svelare il mistero dei globi di luce quando la nave viene attaccata dai tedeschi. I due capiscono la tattica nemica permettendo il salvataggio della nave. Evitato il rischio di affondamento si ritrovano di fronte ad una nave da guerra che lancia un missile, forse la segretissima “A”.

-Non vado da lui.
-Ma potrebbe fare le scelte giuste con un amico fidato al suo fianco.
-Forse hai ragione. In fondo non ne ha mai fatta una giusta.
-Ma smettila, ha fatto grande la nostra nazione e il popolo è contento.
-Devi svegliarti. E’ un errore. Questa guerra è un errore, questa politica è un errore, questa economia è un errore e mi sembra che siate stati tutti gasati. Io lo aiuterò solo per il bene del popolo.

In sala comando regnava il silenzio quando arrivò un messaggio dall’osservatorio.
-Un P38 vola verso l’oggetto.
Il capitano Alice scattò in piedi: -Rick! Aprite un canale, voglio parlargli.
-In linea, capitano.
-Rick! Spostati da lì.

-Non lo fare, non servirà a nulla.

-Rick, io ti…
BOOM
-Io ti amo.
Tutti in sala rimasero colpiti. Molti pensarono ai loro cari rimasti a casa e che non avrebbero più riviso. O’Connor guardava Alice piangere ricordando un giorno di quasi venti anni prima, quando successe a lui.
Improvvisamente la voce di Kid ruppe il silenzio: -Non è esploso! Non è esploso!
-Come?
-Come sarebbe non è esploso?
-Quindi non tutto è perduto!
La sala si fece improvvisamente vivace. Tutti ritornavano ai loro posti, il capitano per primo.
-Osservatorio a sala comando. Non ci crederete: le navi italiane stanno attaccando la nave da guerra tedesca. Colpi in sequenza e senza sosta.
Il capitano ordinò: -Bene, comunicate ai nostri aerei di distruggere quella nave. Non toccare gli italiani. Possiamo vincere questo scontro!
O’Connor era perplesso: per quale motivo gli italiani hanno deciso di attaccare un loro alleato?
Non trovò risposta se non quella che avessero cambiato schieramento. Tornò in osservatorio a vedere: la nave nemica era in fiamme e inclinata su un fianco. In breve affondò.
-Affondato!
Si girò a guardare le altre navi: una era in fiamme, un’altra quasi affondata e le altre battevano in ritirata al sopraggiungere della Quebec.
-Se ne vanno. Battono bandiera bianca. Abbiamo vinto!
La voce del capitano corse attraverso l’altoparlante: -Grazie a tutti. Siete stati tutti fantastici.  Davvero non so come ringraziarvi. Ora, signori O’Connor e Clark nel mio ufficio, gli altri a riparare i danni.

Concordarono che i globi di luce avvistati nei giorni precedenti erano un’arma tedesca da considerarsi eliminata nella zona. O’Connor fece rapporto a Eisenhower via radio e il generale disse che presto avrebbe raggiunto la Columbia insieme al resto della spedizione. Rick venne ritrovato in mare con un paracadute e in seguito spiegò di aver bloccato il timone prima di saltare. O’Connor e Kid dovettero aspettare il giorno dopo prima che la pista fosse in ordine e questo diede l’occasione a O’Connor di incontrare Eisenhower proprio in quel mattino.
-Signor O’Connor, mi congratulo con lei. Il capitano mi ha raccontato tutto.
-Grazie generale.
-E chiamami Ike. Non sono così puntiglioso sui gradi.
-E’ più facile che un tedesco metta fine alla guerra.
-Addirittura! Lei ha anche fantasia.
-Perché allora non parliamo di quelle navi italiane là fuori.
-In effetti ciò non era affatto scontato.
-Secondo lei perché lo hanno fatto?
-E pensa che io lo sappia?
-E’ lei il generale.
-Non lo so, ma un alleato in più non fa mai male e se vuole scusarmi il tempo stringe, devo far partire la flotta.
-Non si preoccupi, rimarrò solo per il discorso poi tornerò al Pentagono.
Poco dopo tutti i soldati erano in piedi sui ponti esterni delle navi. Sulla USS Columbia il Generale Eisenhower salì su un piccolo palco e prese parola:

Soldati, sono il generale Dwight D. Eisenhower, ma potete chiamarmi Ike. Quella che ci attende sarà un’importante missione. Stiamo per invadere un Paese ricco di storia, di cultura e d’are come pochissimi altri. Ma se la distruzione di un bellissimo monumento può significare la salvezza di un solo soldato, ebbene, si distrugga quel bellissimo monumento. Nel mio esercito nessuno resterà mai per ultimo, perché noi siamo americani!

Un grande applauso si levò da tutta la flotta. Anche O’Connor applaudì, sebbene disapprovasse la distruzione del bellissimo monumento, e si avviò verso l’aereo. Lentamente il palco veniva smantellato. Kid raggiunse l’aereo e volle attaccare discorso: -Piaciuto il discorso?
-Il discorso è stato ottimo, ma i monumenti non si toccano.
-Ma una vita è più importante.
-Dipende dai punti di vista e comunque doveva esaltare le truppe. Dobbiamo andare. Accendi il coso.
Kid non aveva capito che O’Connor stava riflettendo e pensò che non volesse parlare. O’Connor volse lo sguardo verso una delle navi italiane come se potesse parlare per svelargli tutto ciò che era successo a bordo. Rimase a fissarla. La fissò con più attenzione. Qualcosa si muoveva sul ponte. Non riusciva a scorgere bene cosa stesse accadendo ma una cosa era certa: erano due figuri vestiti di nero.
-Kid. Ascoltami bene. Quando torniamo in Virginia io dovrò fare rapporto a George Marshall. Ricordamelo.
-Capito.

Continua…

Giuliano Giunta

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